DENOMINAZIONE: Palazzo Marchesale Fragagnano (TA)
CRONOLOGIA: XVIII sec.
UBICAZIONE: Corso Vittorio Emanuele III
POSIZIONE : G.P.S. Latitudine N 40°43'26” Longitudine E 17°47'44”
DESCRIZIONE ARCHITETTONICA STRUTTURALE: La struttura architettonica si presenta imponente, austera ed elegante; a pianta rettangolare, si sviluppa su tre livelli, un seminterrato, un piano terra appena rialzato e un primo piano. Il lato destro si accosta ad altre strutture private, mentre quello sinistro si sviluppa in tutta la sua profondità sulla via C. Battisti. L’accesso avviene attraverso un singolare portale aggettante , arcato a tutto sesto e segnato da bugne decorate, incorniciato da paraste binate e sovrapposte, con semplici capitelli modanati che reggono una trabeazione su cui poggia un balcone sagomato e loggiato, che caratterizza l’intera facciata insieme ad una serie di finestre che si aprono sia sul piano terra che sul primo piano. Queste finestre sono definite da una semplice e lineare cornice modanata sul piano terra, mentre quelle del primo piano sono sormontate da una mensola aggettante; singolare, però, è quella centrale che immette sul balcone; oltre ad essere incorniciata come le altre, è sormontata da un catino con una mensola ad omega. Superata la campata d’ingresso, voltata a pseudo cupola, ci si immette in un atrio trapezoidale cinto da ampie mura su cui si aprono grandi finestre, architravate e lobate, che danno luce ai vani superiori. Le sale del piano terra sono voltate a botte o a crociera ed erano adibite ad ambienti di accoglienza e di servizio, alloggi per gli stallieri, per il corpo di guardia, per le cucine e i magazzini. Un ingresso laterale, con pochi gradini e un portale architravato sormontato dallo stemma nobiliare, dà l’accesso ad alcuni ambienti del piano terra; alle estremità vi sono due balconi; al di sotto di quello sinistro si apre un accesso al piano seminterrato.
Al piano nobile si accede per mezzo di una maestosa scala di rappresentanza posta sul lato destro dell’androne, mentre dalla parte sinistra c’è quella di servizio, più semplice, ad uso della servitù e della sorveglianza, tanto è vero che, ad un certo punto di questa scala, tra un gradino e l’altro, vi è un occhio di osservazione dell’ingresso; entrambe le scale hanno l’accesso dall’atrio . Le sale del piano nobile nel periodo di massimo splendore erano destinate ad ambienti di rappresentanza, costituiti da ampie sale voltate a crociera e affrescati secondo l’uso delle dimore nobiliari settecentesche e persino con una cappella riservata. Mentre gli altri ambienti e le camere da letto erano coperti da tetto ligneo e sopratetto tegolato. E’ da notare che nel sottotetto, salendo per la scala di servizio, sono ricavate delle piccole e modeste stanze, presumibilmente riservate alla servitù femminile della nobili donne che abitavano il palazzo.
Nella parte retrostante vi è un ampio giardino, che all’epoca, era fornito di pergolato e frutteto e veniva abbondantemente utilizzato nei periodi estivi dai Marchesi.
NOTIZIE STORICHE E ARTISTICHE : Il palazzo Marchesale, nonostante tutto il suo degrado, si presenta con tutta la sua imponenza e maestosità. E' situato lungo il corso Vittorio Emanuele III e si affaccia sulla Piazza Regina Elena esattamente come il più antico ed elegante palazzo Baronale, anche esso ampiamente
degradato. Questa costruzione sembra essere un unicum nel territorio, per la sua tipologia architettonica, vista la mancanza di corrispondenza stilistica con altri elementi strutturali utilizzati in altri ambienti.
Nel 1701, venne fatto edificare per volontà del marchese Francesco Maria dell’Antoglietta, poiché il vecchio palazzo baronale ormai non era più rispondente ai nuovi gusti, perché legato all’estetica barocca . Il nuovo edificio diviene così la nuova residenza dei marchesi, che vi soggiornarono sino al 1797, anno in cui la famiglia Dell’Antoglietta cedette tutte le loro proprietà alla famiglia Carducci Augustini di Taranto, che divennero gli ultimi feudatari di Fragagnano e ne detennero la proprietà sino all’abolizione del feudalesimo. In seguito i marchesi Carducci donarono al Comune ciò che loro era rimasto del palazzo, perché una parte del piano terra era stato già ceduto a dei privati. Attualmente l’intero palazzo è di proprietà comunale .